Anni fa chiesi a Dio di darmi una moglie. Dio mi rispose: “Finora non l’hai mai avuta perché non me l’hai mai chiesta”. Allora non solo chiesi a Dio una moglie, ma gli spiegai anche che tipo di moglie volevo. La desideravo bella, dolce, pronta al perdono, appassionata, onesta, pacifica, generosa, comprensivo, affabile, intelligente, con il senso dell’umorismo, innamorata, attenta, compassionevole e veritiera.
Dissi a Dio persino le caratteristiche fisiche con cui la desideravo.
E man mano che il tempo passava, pregavo perché Dio mi desse la moglie che gli avevo chiesto.
Una notte, mentre pregavo, Dio parlò al mio cuore: “Figlio mio, non posso darti la moglie che desideri”.
Chiesi: “Perché Dio?”.
E Lui rispose: “Perché io sono Dio e sono giusto”.
Dissi: “Allora, se sei Dio, perché non puoi darmi la moglie che sogno e per la quale ti prego ogi giorno?”.
Dio rispose: “Adesso te lo spiego. Non è giusto che io ti dia una moglie che sia superiore a quello che sei tu. Non è giusto che io ti dia una moglie piena di amore per te, se spesso è il tuo cuore a essere chiuso nell’ostilità. O darti qualcuna che è generosa mentre tu a volte sei crudele o poco disposto al perdono. O una moglie sensibile, quanto tu sei spesso insensibile….”.
Poi mi disse: “Ti darò una moglie che so che può maturare le qualità che tu stai cercando in lei, piuttosto che dartene una che le ha già tutte pronte. Tu e lei sarete una cosa sola. Il matrimonio è come una scuola ci si mette una vita a imparare. Nella vostra vita di coppia imparerete a cambiare, non tanto per vivere in pace, ma per essere persone migliori e crescere nell’intimità reciproca. Non ti do una moglie perfetta, come mi stai chiedendo, perché nemmeno tu sei perfetto. Ti do una moglie con cui potrai crescere insieme”.
“E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei”
(Efesini 5,25)