“La carica virale del tampone nasofaringeo di Berlusconi era talmente elevata che a marzo-aprile, sicuramente non avrebbe avuto l’esito che fortunatamente ha ora. Lo avrebbe ucciso? Assolutamente sì, molto probabilmente sì, e lui lo sa. E non è una boutade per esagerare visto il personaggio di cui si parla, ma è un cercare di rimanere aderenti alla realtà”.
Lo ha detto Alberto Zangrillo, primario di Terapia intensiva del San Raffaele, medico personale di Silvio Berlusconi, ospite nel programma Tv Piazzapulita su La7, parlando delle condizioni di salute del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ricoverato con polmonite bilaterale da coronavirus.
“Diciamo che” Briatore e Berlusconi “sono in situazioni più che soddisfacenti, stanno bene, per loro credo che l’epilogo di questa malattia sia vicino”
Ha inoltre aggiunto, “La cosa fondamentale dell’intervento su Berlusconi non è stata tanto la terapia seguita una volta entrato in ospedale, ma è stato capire che doveva andare in ospedale e che doveva andarci in quella fase. Dieci ore dopo poteva essere troppo tardi, perché lui è un paziente a rischio per i motivi che si sanno”.
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