Il reddito di cittadinanza non funziona o meglio non svolge il compito per cui è nato; non era quello di essere un puro sussidio di assistenza ma uno strumento di aiuto temporaneo per il reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro.
Per questo motivo il premier Giuseppe Conte starebbe studiando modifiche per renderlo più efficace e avvicinare il mondo del lavoro a chi sta cercando lavoro, il premier ha chiesto al ministro Catalfo e al presidente di Anpal Parisi di lavorare per dare vita a un sistema informatico unico e nazionale.
L’obiettivo della “riforma” del Reddito sarebbe quello di dare vita ad una piattaforma informatica in grado di unire 20 sistemi regionali diversi per poi modificarli in un secondo tempo in un’app nazionale. Così sarà quasi impossibile rifiutare un lavoro e continuare a mantenere il diritto al sussidio.
La ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, intervistata su questo argomento, dal Corriere della Sera, ha dichiarato: “Mi spiace dirlo ma eravamo stati facili profeti. Così com’è il reddito di cittadinanza non funziona. E un intervento perché venga cambiato adesso è non più rinviabile”.
DI MAIO: “DAI COMUNI SABOTAGGIO…” di diverso parere però è Luigi Di Maio: il ministro degli Esteri, a Termini Imerese, ha parlato di un sabotaggio nei confronti del reddito. «Chi percepisce il reddito deve essere impegnato 8 ore in lavori di pubblica utilità… Aumentiamole! E poi siccome sono persone che hanno degli aiuti dallo Stato e chi paga sono imprese, commercianti, partite Iva che pagano le tasse, il primo lavoro di pubblica utilità è far lavorare queste persone per lavori di pubblica utilità per le imprese, per i commercianti, per le partite Iva. Mettiamo in comunicazione queste parti della società. Perché non sta succedendo? Perrché su 8 mila comuni solo in 400 hanno approvato i regolamenti. Penso ci sia una voglia di sabotare lo strumento…», queste le sue parole.