ROMA – Anticonformista. Voce unica, artista ironico e graffiante. Talmente avanti da cantare in una canzone, La Ballata di Renzo, la sua morte. Sono passati 40 anni esatti da quella notte, dall’incidente in cui Rino Gaetano perdeva la vita. Era il 2 giugno del 1981. A bordo della sua Volvo di ritorno da una serata passata nei locali, diretto verso casa, erano le 3.55, mentre percorreva via Nomentana, all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea, finiva, chissà per quale ragione, sulla corsia opposta a quella che stava percorrendo.
Un camionista che sopraggiungeva nell’altro senso di marcia provò a richiamare la sua attenzione suonando il clacson. Ma non ci fu niente da fare: l’urto fu inevitabile, la parte anteriore e il lato destro della Volvo vennero distrutti, Gaetano batté violentemente la testa contro il parabrezza, sfondandolo, mentre l’impatto del petto sul volante e il cruscotto fu molto violento. Si parlò di possibile collasso da parte di Gaetano, mentre l’autista del camion, che prestò i primi soccorsi, disse di aver visto Gaetano accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi solo pochi attimi prima dell’impatto. Quanto avvenne dopo, fu per tanti motivi inquietante. L’artista era già in coma all’arrivo dei soccorsi. Trasportato immediatamente al Policlinico Umberto I, qui furono riscontrate una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta frattura allo sterno.
Ma la struttura non aveva un reparto attrezzato per gli interventi d’urgenza sui craniolesi, così il medico di turno provò a contattare un altro ospedale dotato di un reparto di traumatologia cranica. Si tentò telefonicamente con il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riuscì a trovare un posto disponibile. Finalmente ricoverato al Gemelli, Gaetano morirà comunque alle sei del mattino.
Nella canzone La ballata di Renzo, inedita, Gaetano cantava la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in circostanze praticamente identiche a quelle del cantautore: “La strada era buia, s’andò al S. Camillo e lì non l’accettarono forse per l’orario, si pregò tutti i santi ma s’andò al S. Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero”. In questa canzone vengono citati tre degli ospedali che non avrebbero accettato Gaetano: il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo.Continua a leggere Fonte «Agenzia DiRE» «www.dire.it»