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San Luigi Guanella a Roma dalla scuola al cuore dei giovani: 1921-2021 Cento Anni della Scuola San Giuseppe al Trionfale.

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Di Nicola Parisi
Per i
due rami della famiglia Guanellian, i Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza, ottobre è un mese importante. Il  24 ottobre 1915 segna la nascita al cielo di  don Guanella, padre dei poveri, annoverato fra i santi della Carità del IX secolo. Il 25 ottore 1964  don Guanella è stato proclamato beato da Paolo VI e il 23 ottobre 2011 Papa Benedetto XVI, in piazza San Pietro, ne proclamava la santità.

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Insieme alla ricorrenza del decimo anniversario della canonizzazione di San Luigi, la comunità di San Giuseppe al Triofale in Roma, celebra  i 100 anni della istituzione della Scuola San Giuseppenata per inziativa dei due pionieri della prima ora, don Luigi Previtali e don Alessandro Zaffaroni,  inviati a coadiuvare il parroco il venerabile Aurelio Bacciarini. La Chiesa e la parrocchia di San Giuseppe al Trionfale, furon concepite da don Guanella con l’assenso di San Pio X  per la promozione civile, culturale e di fede della popolazione che all’epoca abitava quella borgata.

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Nei decenni a cavallo del “900 Roma conobbe un notevole incremento di popolazione affluita dalla campagna e dalle diverse regioni, attratta dalle attività collegate allo sviluppo urbanistico e dei servizi. La rapida crescita della città non garantiva ai nuovo arrivati una sistemazione abitativa degna e la popolazione immigrata si accontentava di vivere, in condizioni precarie, in prossimità dei luoghi di lavoro. La relazione conclusiva del censimento del 1911 segnalava numerosi agglomerati di baracche, fuori dalla città storica: fuori Porta San Giovanni, lungo la ferrovia ed altre. Nell’ampia zona che si estendeva dall’ansa del Tevere fino all’attuale Valle Aurelia, in prossimità delle fornaci, erano situati diversi nuclei di baracche, (al vicolo Prati degli Strozzi, a Via Angelica, a Via Tunisi-La Goletta, Stazione di San Pietro, Valle dell’Inferno)  disseminate fra campi coltivati a orti e viti con rari fabbricati. Don Guanella approdato la prima volta a Roma nel 1888, aveva già impiantato le prime opere  al Bosco Parrasio (1903 ) e poi a San Pancrazio (1907) per le opere femminili ed al Monte Mario (1903) dove acquistò la colonia agricola destinandola ad accogliere i giovani che vivevano nella situazione di disagio.

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Nel tragitto che egli percorreva su quella distesa, di umanità indigente,  si posò lo sguardo caritatevole di don Guanella che aveva già da alcuni anni sperimentato  “la paternità di Dio”  e con questo  “..sguardo di un pastore che cerca di andare  a fondo nella sua esperienza di credente, di uomo che crede  che “ Dio vive nella sua città.

Già prima  a Prosto don Luigi  manifesta la futura vocazione: nel..  prediligere gli ammalati e i poveri, .. recando loro i soccorsi nella sua generosa carità, e i giovanetti,  pei quali come per gli adulti, faceva nella stagione d’inverno scuola serale”; e poi Savogno  dove egli fu: “febbrile, instancabile: lo voleva la sua  natura d’azione; lo domandava il suo zelo per le anime, a cui volgeva tutto il suo lavoro  anche dedicato ad opere materiali …  con questo sistema: corri corri  don Luigi ordinò locali per le scuole,… Era padre e maestro, che ai suoi parrocchiani prodigava suggerimenti e consigli di benessere materiale e morale, educandone il cuore e la mente nelle istituite scuole serali e classi festive”.

L’esperienza vissuta al fianco di don Bosco nel triennio (1875 – 1878 ) negli oratori salesiani di Torino e come responsabile della scuola di Trinità di Mondovi, gli valsero a perfezionare lo sguardo di fede che induce a uscire ogni giorno, e sempre più, incontro al prossimo che abita la città”. (Jorge Mario Bergoglio/Papa Francesco)

Nella intensa e infaticabile attività, in don Luigi: era evidente come si delineasse nella vita di lui il carattere delle Opere, che avrebbe un giorno istituite , appariva dalla premura, con cui continuava ad occuparsi  degli scarsi di mente e dei bisognosi di ricovero, che da suoi o da altri paesi raccoglieva e accompagnava in più viaggi all’anno all’Opera del Cottolengo”.

Richiamato dal suo vescovo allo scadere del triennio, don Luigi rientrava nella Diocesi di Como e dopo un periodo di iniziale difficoltà dove  a Traona sperimentò l’apertura di un collegio, chiuso per l’ostilità delle autorità civili; le sue opere cominciarono ad affermarsi Pianello Lario (1881) ed infine Como (1890).  

Giunto a Roma, il cuore di don Guanella non rimase indifferente alla miseria umana e spirituale  di questa popolazione che inizio a conoscere ed avvicinare,  per provvedere ai loro bisogni primari; come nelle sue precedenti esperienze vissute mette in piedi  le iniziative educative per dare ai giovani gli strumenti per diventare cittadini. Veramente felice “l’intuizione del valore dell’inculturazione: vivere a  fondo l’umano, in qualsiasi cultura, in qualsiasi città, rende migliore il cristiano e feconda la città “.(Jorge Mario Bergoglio/Papa Francesco)

Al cospetto di tanta miseria umana egli diede inizio ad un nuovo progetto di promozione umana.con la condivisione e l’appoggio del papa Pio X. Inoltrò domanda, per l’acquisto di un lotto di terreno, alla Banca d’Italia (1908) e la richiesta  trovò accoglienza, perché racchiudeva un progetto di sviluppo sociale da impiantare, in un contesto dove la stessa Banca d’Italia aveva investito nellacostruzione del Mercato del Trionfale, nella dotazione di servizi e a seguire la costruzione dei palazzi, destinati ad abitazioni dei dipendenti (1926-1927).

Le  Figlie di Santa Maria della Provvidenza furono le prime a scendere in campo, già prima di iniziare l’azione pastorale con la costruzione della chiesa; a loro don Luigi affidò il compito di aprire l’asilo ed il dopo scuola femminile. La presenza femminile, nella nascita e sviluppo delle opere per don Guanella fu di  fondamentale importanza, perché ne intuì la sensibilità e la capacità di penetrare negli ambiti più difficili e per questo in ogni nuova missione venne loro affidato il compito di avvicinare le  famiglie e conquistarne la fiducia. La cronaca di suor Paolina Bertani ci offre uno spaccato della realtà molto vivace e rappresenta e una valida guida per seguire come con tenacia, fra gli immancabili stenti riuscirono nella missione affidatagli dal Fondatore. Nei tre anni impiegati per la costruzione della nuova chiesa, le attività trovarono posto nelle strutture provvisorie di un capannone e fabbricati attigui: qui vennnero ospitate la “Basilichetta” e in modo versatile asilo, oratorio festivo e le altre opere di apostolato.

Il 19 marzo 1912 la sospirata inaugurazione della chiesa di San Giuseppe , offerta al Santo Padre in occasione del duplice giubileo; alla guida della  nascente parrocchia  don Guanella chiamò uno dei suoi più valenti sacerdoti: don  Aurelio Bacciarini  grande  iniziatore di opere di promozione umana che aveva, peraltro, già fatto esperienza di parrocchia ad Arzo (1897– 1903 ), sostenendo la nascita della scuola cattolica. Don Aurelio nell’azione di difesa dei valori cristiani e  di  promozione del Quartiere Trionfale schierò la rete di Associazioni, animate del suo entusiasmo. Con l’aiuto delle Suore e dei due pionieri, Don Luigi Previtali e don Alessandro Zaffaroni  presero vigore nuove iniziative di carattere culturale e ricreativo a sostegno della formazione  dei fanciulli e dei giovani.

I frutti furono subito copiosi e la responsabilità di coloro che vennero dopo i padri fondatori Don Luigi Guanella e don Aurelio Bacciarini  ha permesso lo sviluppo in tandem del Quartiere e delle Associazioni sorte a sostegno delle Opere di apostolato. Con l’impegno di chi dedicava le migliori energie alle nuove generazioni, sorgevano nell’Oratatorio: associazioni culturali e sportive, il circolo della Buona Stampa con una ricca biblioteca. A sostegno della formazione scolastica, veniva avviata l’attività di dopo scuola  accogliendo gratuitamente i ragazzi con difficoltà scolastiche del Trionfale.

A  gennaio 1921 il parroco don Previtali, “previa entusiastica risposta del superiore don Bacciarini” aderiva alla richiesta della Società Primaria Romana per gl’Interessi Cattolici, di aprire una scuola elementare nel Quartiere Trionfale e ne concedeva l’uso dei locali. All’inizio degli anni “30 del secolo scorso l’aspetto urbanistico del Quartiere era completamente mutato; là dove sorgevano rade catapecchie e baracche disperse, ora erano stati costruiti palazzi, realizzate strade e servizi. Di pari passo allo sviluppo urbanistico, corrispondeva il graduale cambiamento nelle categorie sociali che abitavano nel territorio: agli operai in prevalenza fornaciari, artigiani e piccoli commercianti erano subentrati dipendenti pubblici, liberi professionisti e  impiegati nelle nuove attività del terziario e dei servizi. La Scuola San Giuseppe,  retta dai religiosi e dalle religiose di don Guanella, partecipava attivamente a questo processo evolutivo; testimonianza ne sono i documenti attraverso i quali  è possibile ricostruire questo primo periodo storico dal 1921 al 1945. La rapida affermazione della scuola, con un elevato numero di iscrizioni ricevute, spronava ad  allargare l’offerta scolastica. Così si procedeva ad aprire una sezione della scuola a Valle dell’Inferno (1924-1925), con grande conforto per quella disastrata popolazione e a costruire la nuova ala di edifici, che a  partire dal 1930 ospiterà  le scuole femminili. L’attività svolta nella scuola è lodata, nelle relazioni annuali, degli ispettori scolastici Ministeriali e del Vicariato. La qualità del servizio scolastico offerto alla città: era segnalata come modello di proposta educativa e di organizzazione.. Nell’opera di promozione umana, culturale e spirituale, l’attività della scuola è accompagnata sempre da iniziative  a sostegno delle categorie più bisognose e dei giovani. Le attività di dopo scuola, sportive, ricreative ed il servizio di biblioteca continuarono a rimanere un valido punto di riferimento,  costante nel tempo. Durante il tragico periodo del secondo conflitto, la Scuola San Giuseppe e la Parrocchia diventarono un punto di riferimento nell’offerta dei servizi scolastici, nel sostegno spirituale e  materiale non solo per gli abitanti del quartiere ma anche per tutti gli sfollati  della città, ospitati nelle scuole pubbliche.

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