Di Beppe Valesio La via crucis di Yosyp, cittadino ucraino
Prologo . L’ultima cena
E’ la sera del 23 febbraio 2022. Fa freddo, a Kharkiv, a pochi km dal confine tra Federazione Russa e Ucraina. Yosyp (Giuseppe), il vecchio capofamiglia, è turbato. Teme che finirà male. Che ci sarà la guerra.
Suo figlio Dzhon (Giovanni) seduto vicino a lui gli poggia la testa sulla spalla, come a rassicurarlo. Il cellulare non squilla. L’altro figlio, Vnyzz (Giuda), è capitano nelle truppe scelte russe, ma da mesi non si fa sentire…teme molto anche per lui… Nessuno sa che quella è la loro ultima cena.
Stazione 1- La condanna a morte di Gesù
In realtà a Mosca, capitale della Russia, ma non solo lì, si facevano i conti: quanto contava una invasione, quanto sarebbe costato ricostruire le distruzioni, chi ne avrebbe beneficiato. Chi si sarebbe impadronito delle miniere, dei giacimenti. Da un lato c’era il potere, dall’altro tanti poveri Yosyp. Volevano solo lavorare, vivere, mangiare, stare insieme. Vengono condannati dal potere: “Voglio che siate topi, che andiate nelle fogne, nelle cantine. Niente più luce per voi ucraini, comunque e dovunque siate.” Il potere ha vinto, molti sono condannati alla fuga, Yosyp è condannato alla morte, perché non scapperà: “Sia fatta la Tua volontà, Signore. Questo è il mio compito: restare con la mia gente e morire per loro..” Cade il primo colpo di cannone, ed è l’inizio dell’inferno.
Stazione 2- Gesù viene caricato della croce.
Il vecchio contadino impiega molto tempo a scendere le scale della cantina e rifugiarsi tra le vecchie botti. Sopra di lui bombardamenti di aerei, i fischi delle bombe, i colpi dei cannoni. Impossibile sfuggire. Trova persone più bisognose di lui: donne spaventate, bimbi urlanti, neonati e vecchiette con gli occhi sbarrati: nessuna luce in quella oscurità. Tremendo il carico di responsabilità che gli tocca. Ma è il più anziano, e tutti guardano a lui…si prenderà anche questa croce, di portare un po’ anche il carico di sofferenza degli altri…
Stazione 3- Gesù cade per la prima volta.
Il primo giorno di guerra sembra incredibile: i carri armati russi penetrano sul territorio ucraino a velocità folle, travolgono tutto, gli aerei russi abbattono i pochi aerei che si contrappongono, poi vanno a bombardare le strutture militari, i ponti che non servono a loro. L’Ucraina cade in ginocchio. Anche Yosyp cade, in ginocchio, e prega. Mentre sente la sua casa e quelle vicine che crollano…la strada è piena di macerie. Lui le sente anche senza vederle. Il peso del male lo schiaccia..
Stazione 4- Gesù incontra sua madre
La cosa peggiore per Yosyp è sapere che la vecchia madre, vecchissima ma ancora lucida, una delle ultime persone che ha visto l’armata tedesca invadere la Russia, e poi l’armata rossa combatterla e vincerla, sta soffrendo ancora più di lui. Sa che dovrebbe essere nel rifugio per anziani, attrezzato proprio per loro. Ma non c’è modo di comunicare. Un giorno dopo tanti, passa nel loro scantinato un gruppo di addetti alla comunicazione: hanno cellulari di ultima generazione, ne lasciano un a Yosyp, come capogruppo. E finalmente si mette in contatto con sua madre, si salutano e si abbracciano a distanza. Il figlio riesce a sentire e far sentire tutto il loro amore e il loro coraggio. Insieme alla madre c’è il nipote Dhzon, che non la abbandonerà mai. Una situazione tragica si trasforma in incontro di anime e di spirito. Allungano entrambi le mani per toccarsi. Resteranno vicini per sempre. Ma non si abbracceranno mai più, in questa vita.
Stazione 5- Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene
Non ce la fa, Yosyp, a portare quella croce. Sapere che i russi, gli ex compagni russi, con cui è stata combattuta la grande guerra, vinta insieme a loro, ora li bombardano. Non riesce a crederci. E’ troppo, per il suo grande cuore. Un amico che abitava nello stesso palazzo compare all’improvviso davanti a lui: ha il pettorale della Croce Rossa, in mano un sacchetto con pane fresco, formaggio, una bottiglia di vino, una mezza torta. E una frittata di cipolle ed erbette, come piacciono a lui. Il peso della croce di sofferenzasparisce per un attimo: c’è quell’altra, rossa in campo bianco, che lo sta aiutando. Il morale di Yosyp si solleva: “Se non siamo soli e abbandonati, allora abbiamo speranza. Possiamo farcela, sopravvivere ai bombardamenti, ai pianti alle sofferenze e alle paure..”
Stazione 6- Santa Veronica asciuga il volto di Gesù
Yosyp sta piangendo: troppo dolore, dentro e fuori di lui. Sua moglieVeronika si avvicina, lo guarda negli occhi, lievemente gli deterge il viso dalle lacrime. E’ stata con lui oltre 50 anni, sa bene che questi sono i loro ultimi sguardi. Ha saputo che i russi rastrellano tutte le case, le cantine delle case, portano via quelli che non sono scappati, alcuni li uccidono, altri li deportano. Ma ora Veronika è lì, vicino al suo uomo. Lo bacia sugli occhi, sulla fronte. Sulle dita delle mani, quelle mani cosi grandi capaci di sollevarla da terra…ora sono piene di artrite, rattrappite……gli asciuga il volto…è ancora bello, il suo uomo…
Stazione 7- Gesù cade per la seconda volta
Sapeva che sarebbe successo: mentre c’era quasi un momento di pausa nei colpi di cannoni, sono arrivati soldati della milizia ucraina:”Svelti svelti, stanno arrivando i russi, dovete traslocare , andare via da qui. In fondo al paese ci sono i nostri, se li oltrepasserete potrete mettervi in salvo, almeno per un po”. Non ci sono grandi lamentele: senza confusione, da persone rassegnate ma ancora capaci di svolgere il proprio ruolo, tutti si alzano. Qualcuno corre. Donne e bambini sì. Yosyp no. Non ce la fa. Ed al primo scalino cade, di nuovo. C’era una bacchetta fuoruscita dal blocco di cemento, e lui accecato dal dolore non l’aveva vista. Un ragazzino si ferma . Lo aiuta ad alzarsi. Ne arriva un altro. Insieme quasi trascinano il vecchio Yosyp al riparo. E’ ancora vivo, nonostante tutto.
Stazione 8- Gesù consola le donne di Gerusalemme
Nel nuovo rifugio c’è acqua, con cui dissetarsi. La guerra su di loro infuria con una gravità feroce. Ora tutto viene distrutto: e pensare che lui, il vecchio Yosyp, era stato anche muratore, e aveva contribuito alla costruzione di molti edifici di periferia…Vede un gruppo di donne piangenti, abbastanza giovani, di un altro quartiere: “Perché piangete, donne? Avete perso i mariti, i fratelli, a volte i figli. Ma siete rimaste fiduciose nell’aiuto di Dio, e nell’aiuto degli uomini, le armi inviate dall’Ovest, da quelli che volevamo avere come fratelli. Non riusciranno ad impedircelo. Tutto sta crollando, ma noi lo ricostruiremo. Abbiate fede: un giorno queste tenebre saranno sconfitte, e noi ritroveremo la luce.”
Stazione 9- Gesù cade per la terza volta
Assolutamente inevitabile: una nottata passata in piedi, a riflettere, a cercare di capire, mentre sente una tosse leggera che lo scuote dentro, sembra niente…ma poi cade riverso sul divano, sente di stare male, i suoi figli..sua madre…la moglie..pensieri confusi si accavallano e non si fermano mai…Si sente risucchiato in un cono nero senza fondo..
Stazione 10- Gesù è spogliato delle vesti
Non riesce più a mettere a fuoco quel che sta succedendo. E’ stremato, ed ora prigioniero dei russi, il nostro Yosyp. Ha solo sentito mani ruvide che lo spogliavano del giaccone e degli stivali felpati. Gli hanno strappato la mostrina con la bandiera ucraina, e la croce d’oro che portava, regalo di matrimonio. Non ha nulla da dire. Capisce bene la loro lingua, è simile alla sua. Ma più gutturale, meno dolce. Tacere è la cosa più saggia. Ma non avrebbe più fiato sufficiente ad urlare il suo dolore.
Stazione 11- Gesù è inchiodato sulla croce
Yosyp capisce tutto quando arriva davanti ad una grande fossa: lo getteranno lì. C’è un caterpillar pronto a riempire la fossa di terreno e ricoprire tutti i cadaveri. Vede in lontananza altri gruppi di persone, civili sorvegliati da armati . Li fanno girare viso alla fossa. E poi sparano. I corpi cadono senza un lamento.
Stazione 12- Gesù muore in croce
Finita. Ha lavorato, pagato le tasse, è riuscito ad avere una casetta propria, avrebbe voluto fare qualche viaggetto, con sua moglie Veronika. Non c’è stato tempo. Ha saputo che suo figlio Vnyzz si è suicidato: era nell’esercito russo, ma non poteva sparare ai suoi concittadini. ‘L’altro figlio,Dzhon, è con sua madre: idealmente gliela affida, li accumuna in un unico abbraccio. L’unico altro pensiero mentre la vita esce insieme al sangue, va a sua moglie Veronika. Aveva ancora molte speranze e molte attese, Yosyp. Come tutti sapeva che un giorno gli sarebbe toccato, di morire. Ma siccome ci riescono tutti, pensava non sarebbe stato poi tanto difficile. Ma non pensava in quelle condizioni, tra le macerie della città distrutta, per mano di persone che fino a ieri considerava buoni vicini. Pensava…ora è la sua anima a volare, libera, nel vento…
Stazione 13- Gesù è deposto dalla croce
Non si accorge di nulla. Non del suo essere chiuso nel sacco nero, e neppure nella bara, non di essere portato via, non di essere finalmente benedetto da un prete con elmetto e giubbotto antiproiettile. Semplicemente non c’è piu. Punto.
Stazione 14- Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro
Il suo spirito vola leggero, insieme all’anima. Yosyp, vecchio contadino-muratore-costruttore di pace, rivede il suo paese natio, le sue dolci colline ora tutte in fiore, risente l’amore per tutte le persone che ha amato, sono state tante , per fortuna, e chissefregadel male ricevuto, lui mica è stato un santo…Adesso è pieno di pace. Quella vera. E vede il futuro prossimo venturo, la resurrezione del suo paese, le famiglie che si ritrovano, e dopo aver pianto i morti, festeggiano i vivi. Vede suo nipote che crescerà bellosano robusto e si ricorderà di lui, il nonno che lo faceva ballare sulle ginocchia. Mentre i grandi, meno potenti ma più umani, stanno discutendo per realizzare un governo mondiale, che distribuisca le risorse dove ce n’è bisogno per tanti, anziché usarle per arricchire pochi . Un altro piccolo passo per un mondo che torna alla normalità. Adesso lui è cittadino dell’universo intero. In quell’infinito dove ritrova Dio, di cui, forse, ha fatto la volontà…
(ndr Le stazioni sono quelle della Via Crucis che è arrivata a noi come tradizionale, celebrata fino al 2016) Beppe Valesio
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