Secondo quanto riportato da “Repubblica“, la presenza di venti agenti dei servizi segreti in una missione sul Lago Maggiore era inizialmente considerata come un’operazione “anti-proliferazione“, finalizzata a interrompere la catena di approvvigionamento di armi vietate. Tuttavia, nuove informazioni suggeriscono che potrebbe esserci stato anche un altro motivo dietro a questa operazione, ossia il possibile trasferimento di una persona in Svizzera.
L’agente pensionato del Mossad, che ha ricevuto un omaggio solenne, sembrerebbe essere un elemento di rilievo all’interno di questa missione. La sua partecipazione conferma il coinvolgimento di agenti di primo livello in questa operazione.
Nonostante le supposizioni iniziali riguardanti l’obiettivo dell’operazione, non è ancora chiaro se il principale obiettivo fosse veramente l’anti-proliferazione o se fosse legato a un’azione di espatrio verso la Svizzera. Gli elementi a disposizione al momento non permettono di escludere questa seconda possibilità.
La presenza di venti agenti dei servizi segreti in una singola operazione suscita molte domande e genera una grande curiosità riguardo alle attività dei servizi segreti sul Lago Maggiore. La natura esatta dell’operazione e i suoi dettagli rimangono ancora avvolti nel mistero, lasciando spazio a speculazioni e ipotesi sulle attività dei servizi segreti e sugli obiettivi che possono aver motivato questa missione.