Le due case
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia.
E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande».
Matteo 7:24-27
Siamo alla conclusione del “Discorso della Montagna” .
Gesù confronta l’adesione sincera alla sua parola o il suo rifiuto a due immagini antitetiche: quella della costruzione della casa da parte della persona saggia e quella da parte della persona stolta. I contrapposti esiti della loro impresa richiamano le conseguenze dell’alleanza di Dio con Israele, la quale, secondo molteplici attestazioni dell’Antico Testamento, si conclude sempre con le benedizioni e le maledizioni comportate dalla fedeltà o infedeltà al patto.
Qui benedizione e maledizione, salvezza e rovina, non intervengono però dall’esterno, ma sono piuttosto il manifestarsi della diversa consistenza dell’agire umano e del fondamento su cui esso poggia.
Certamente è più faticoso costruire sulla roccia , mentre è assai più rapido e comodo edificare su distese pianeggianti di sabbia, ma le costruzioni erette su un tale territorio friabile e prive di fondazioni sono destinate ad essere spazzate via dagli acquazzoni e dal vento.
Assolutamente decisiva risulta dunque la qualità, la solidità del fondamento su cui i credenti in Cristo Gesù sono chiamati ad appoggiare le loro scelte di vita.