Nelle settimane precedenti all’omicidio, i carabinieri avevano messo delle cimici nell’abitazione del piccolo Evan, purtroppo per un problema tecnico, non registravano in modo coretto l’audio.
Così tutte le sofferenze del bambino ucciso a botte il 17 agosto, le sue urla e quelle di chi secondo la procura di Siracusa sono i responsabili della sua terribile morte; la madre Letizia Spatola, 23 anni, e il compagno Salvatore Blanco, 30 anni, non sono state potute essere ascoltate subito.
Dopo che Evan era stato portato al pronto soccorso di Noto per ben tre volte, in poco più di quaranta giorni, un medico segnala il suo sospetto ai carabinieri di Rosolini: il dottore non crede che il bimbo abbia subito quelle lesioni per un incidente. I militari prontamente avviano un’indagine, coordinata dalla procura di Siracusa, piazzando delle cimici nella casa dove vive la famiglia a Rosolini. Le microspie vengono attivate dal 28 luglio al 12 agosto.
Da quando si legge nell’ordinanza con cui il gip di Siracusa Francesco Alligo conferma gli arresti dei due indagati, qualcosa è andato storto: “Alcuni degli apparati ambientali-audio installati nella camera da letto matrimoniale e nella camera dei bambini avevano presentato problemi di malfunzionamento ed alcune delle registrazioni venivano acquisite in maniera dilazionata dal sistema “
La Procuratrice di Siracusa Sabrina Gambino Ha detto: “Approfondiremo questo problema tecnico e verificheremo come sia stato possibile “.
Sono audio veramente terribili, quelli che i carabinieri hanno riascoltato dopo la morte di Evan.
Il 18 agosto, le cimici hanno registrato un litigio tra Blanco e Spatola, Evan era presente: ” Togliti, prima che ti picchio, alzati”, urla lui, “Allora sei tu che gli alzi le mani”, “È caduto, andiamo “ . I toni si fanno sempre più accesi. “Vatti a fare rompere il… ” , lo insulta la mamma, facendo infuriare il compagno:” Muta, perché ti scanno”. E qui i carabinieri registrano un rumore di uno schiaffo, prima che lui dica: “Alzati, forza ” .
Purtroppo in un altro audio, del 4 agosto, che fa molta impressinene mette i brividi: si sentono gemiti e sospiri di Evan, sembra soffocare. ” Bastardo “,lo chiamava Blanco.
Per concludere sicuramente qualcosa si è inceppato nel sistema, i servizi sociali di Rosolini, da gennaio ad agosto, hanno fatto visita quattro volte nella casa della famiglia e si sono convinti che la madre “era in grado di occuparsi dei suoi figli. Certamente era distratta e molto giovane, non metodica nella cura dei bambini ma in grado di fornire loro l’assistenza basilare”.
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