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Laura Vincenzi. Un cammino di Amore vissuto

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Ho conosciuto Laura, in un ritiro spirituale a Spello. Ne è nata subito una simpatia istintiva, insieme ad un’intesa profonda sul modo di vedere la vita. Dopo Spello  abbiamo cominciato a scriverci, dal momento che abitavamo in città diverse.

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A un anno di distanza ci siamo rivisti a Spello e ci siamo messi insieme.

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È stato un fidanzamento un po’ particolare, fatto di incontri mensili, telefonate periodiche e soprattutto tante, tantissime lettere: almeno due a testa ogni settimana, oltre alle riflessioni sparse, raccolte in diari destinati alla reciproca lettura.

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In questa relazione di amore abbiamo percepito fin dall’inizio la presenza di Dio. Una presenza amica, coinvolgente, capace di trarre da ognuno di noi risorse che neppure immaginavamo: pensieri, sentimenti, idee, determinazione, coraggio, fiducia.

Risorse che sono servite quando Laura ha scoperto di essere gravemente malata. È iniziato per lei un cammino di vera sperimentazione dell’Amore vissuto, che le ha dato la forza di affrontare con fede e coraggio grandi sofferenze, dedicandosi con serenità ad ogni prossimo e agli impegni quotidiani (esami universitari, incontri in parrocchia..) senza lasciarsi travolgere dagli avvenimenti.

Oggi la gente non ama o ama poco perché ha paura di dover rinunciare a qualcosa.

In questo senso Laura rappresenta un esempio emblematico di amore privato di tutte le sicurezze, che vive in piena generosità sincerità, fedeltà alle promesse, apertura e rispetto dell’altro, e supera condizioni veramente difficili.

Alle prese con una malattia inesorabile siamo spesso tentati di pensare che nessuno possa mettersi nei nostri panni, e lo stesso Dio, che ci ha creato e sa come siamo fatti, sembra così lontano. Pensiamo ai nostri progetti, e siamo preoccupati che il male fisico ci possa far perdere tutto.

Come ogni persona normale, Laura si è trovata alle prese con la paura, ma questo non ha influito sul convincimento  profondo che Dio non c’entrava niente con il suo male, e che anzi Dio era l’unica strada per dare una senso nuovo alla propria vita pur così insicura.

La fiducia radicata nella capacità di Dio di trasformare il male in occasione di bene, la costante percezione dell’affetto di un Papà che non vediamo, ma di cui avvertiamo la continua vicinanza, anche quando non capiamo il motivo di certe sofferenze, il senso di responsabilità di voler corrispondere appieno alla volontà del Padre, danno contezza di una fede profondissima, che arriva a credere senza capire.

Le idee, i convincimenti l’amore e la fede profonda di questa ragazza sono raccolti nel libro “Lettere di una Fidanzata” , edito da AVE, che raccoglie una scelta delle numerose lettere che Laura mi scrisse.

Certo il mezzo epistolare può apparire un po’ fuori moda nell’epoca dei social network. Eppure le lettere scritte di proprio pugno a chi si vuole bene rappresentano un luogo intimo e confidenziale in cui poter esprimere liberamente e sinceramente sentimenti e convinzioni profonde, molto più di quanto sia percepibile nell’anonimo mondo del web.

Una ragazza di vent’anni, in quelle condizioni, che mette per iscritto, nero su bianco, la propria gratitudine a Dio, e afferma di sentirsi fortunata, amata in modo particolare, apre uno spiraglio sul mistero insondabile e trascendente che circonda la natura umana.

La serena sopportazione di una grave e continuata sofferenza fisica e spirituale che, pur immeritata ed apparentemente ingiustificata, viene accolta con espresso convincimento che essa rappresenti una imperdibile occasione di Bene tangibile, costituisce, a mio parere, un’autentica virtù eroica.

Il testamento spirituale di Laura, redatto nei giorni direttamente precedenti alla sua scomparsa, rappresenta la sintesi di tutto quello che Laura è stata e ha creduto.

Signore Dio

Ti ringrazio dei doni bellissimi che mi hai fatto in questi quasi ventiquattro anni di vita: ti ringrazio prima di tutto della vita che mi hai donata e che io amo; ti ringrazio perché ti sei fatto conoscere a me e mi sei padre, un padre fedele che non mi abbandona; ti ringrazio per la famiglia in cui vivo dove si respira il tuo amore, ed infine ti ringrazio perché attraverso il bene del mio fidanzato mi fai sentire quanto mi ami. Signore, nella mia breve esistenza ho capito che la vita è un cammino duro, seminato di difficoltà, ma che tu non operi che il bene dell’uomo ed ho imparato anche che le situazioni apparentemente più critiche, la perdita di una gamba, due lunghe e pesanti chemioterapie, la perdita momentanea dei capelli…, colloqui duri con medici, se vissute con uno spirito di affidamento, possono trasformarsi in momenti di vera grazia, animati da quella libertà e da quella sicurezza di chi non ha più paura perché ha riposto tutta la sua fiducia in te. È così Signore che mi sei venuto incontro e mi aiuti da due anni a questa parte a convivere con una salute precaria; che hai raffinato l’amore tra me e il mio fidanzato in un crogiuolo di sofferenza fisica e spirituale… e continui a darmi, giorno dopo giorno, il sostentamento necessario e, nei momenti migliori, la speranza e la voglia di lottare e di sognare cose buone per la mia vita e per quella degli altri. Ti prego, Signore, aiutami ogni giorno a sorridere alla vita che mi viene donata, insegnami a sapermi sempre più distaccare da me, per accogliere con amore e delicatezza il dono degli altri che sono il riflesso della tua presenza. Aumenta Signore la mia fede, rafforzala, perché senza il tuo sostegno tutto è così difficile; conserva la mia serenità e il mio ottimismo naturale; aiutami Signore ad incarnare sempre più ogni giorno della mia vita la mia chiamata e la tua volontà, ma soprattutto Signore fa’ che i miei occhi rimangano sempre attratti da ciò che veramente conta, e che è la certezza del Regno, dell’eternità insieme a te, rispetto alla quale tutto ciò che è terreno è effimero ed è cosa di poco conto. Dona serenità e pace, Signore a chi mi vuole bene, in modo particolare al mio fidanzato, a coloro che io non amo abbastanza, a chi soffre nella malattia e nello spirito, a chi è dedito al tuo servizio nella Chiesa come ministro e battezzato, a chi ti cerca, a chi non ti ha ancora incontrato. Amen.

Il capolavoro conclusivo di Laura ci convince che è possibile vivere davvero ciò che si ama e si crede, che i santi sono come noi, provano le nostre paure, le nostre sofferenze, e si esercitano ogni giorno per trasformarle in occasioni di bene verso gli altri e verso Dio.

Donando a Dio e agli altri tutto quello che le restava da vivere, Laura rappresenta anche un monito per noi credenti, perché, se è vero che saremo giudicati esclusivamente per quanto avremo amato, occorrerà anche noi esercitarci a trasformare ogni situazione, buona o cattiva che sia, in una occasione imperdibile per donarci agli altri e soprattutto a Dio e conquistare il nostro posto nel Suo cuore.

Nel 2019, a Ferrara, e stata inaugurata una facoltà di teologia per laici dedicata a Laura.

A marzo 2021 è stata riavviata la causa diocesana di beatificazione di Laura Vincenzi, e il gruppo di amici che l’accompagna da trent’anni è sempre più numeroso, se non altro per il senso di pace che promana dalla lettura di quelle pagine.

Guido Boffi

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